Le fasi di sviluppo del team secondo Tuckman

Chi gestisce team (di vendita e non solo) ha spesso a che fare con la complessità dovuta alle interazioni reciproche tra i membri del team: frizioni e contrasti oppure alleanze tra i membri sono fenomeni tipici dei gruppi vitali. Sarebbe preoccupante il contrario.

Compito del leader è in questi casi sapere a che punto è il proprio gruppo di lavoro e guidarlo attraverso un percorso che porti verso un’integrazione armonica delle diversità.

Da questo punto di vista, risulta utile dare uno sguardo ad un celebre modello introdotto dallo psicologo americano Bruce Tuckman qualche decennio fa. Secondo Tuckman, tutti i gruppi passano attraverso 4 fasi principali.

Premetto che non c’è un tempo giusto di permanenza in ogni fase: ciascuna di esse può durare un giorno come anni.
Inoltre non c’è mai nulla di definitivamente acquisito: una variazione nella composizione del team o negli stimoli esterni può portare a cambiare fase in
qualsiasi momento.

Tutti i gruppi, però, passano necessariamente attraverso queste fasi.

Forming

La prima viene definita “Forming”, ed è quella in cui il gruppo si forma.

Immaginiamola come il primo giorno di scuola.

Immaginate l’emozione, l’entusiasmo di far parte di qualcosa di nuovo, ma anche il timore di non sentirsi all’altezza oppure l’incertezza su come andranno i rapporti con gli altri. Qualcuno più intraprendente proverà ad interagire con gli altri, mentre qualcuno si terrà in disparte per timidezza o per non scoprire subito le proprie carte.

Badate bene, anche l’inserimento di un nuovo membro in una squadra consolidata riporta il team a questa prima fase: figuriamoci se il nuovo inserimento è un nuovo capo! Di fatto è come se per il gruppo fosse un nuovo anno ZERO.

Pensate a tutte le volte che avete intrapreso una nuova avventura professionale, siete entrati in un nuovo gruppo di lavoro o avete atteso l’arrivo di un nuovo capo e capirete subito di quali emozioni sto parlando!

O magari ci siete proprio in questo momento della vostra carriera e siete un po’ confusi! Questo momento di “confusione” iniziale è un passaggio necessario per la fase successiva.

Storming

La fase successiva, è quella di Storming, che come dice il nome stesso è una fase di “tempesta” nella quale, dopo le prime interazioni caute, si scatenano i primi conflitti tra membri.

Il conflitto non è necessariamente negativo, anzi la sua assenza può talvolta portare problemi peggiori perché non favorisce il confronto e la ricerca di soluzioni nuove.

In questo caso il compito del capo è quello di aiutare le persone a gestire il conflitto affinché non diventi distruttivo, ma costruttivo.

In questa fase, che non ha una durata standard, ma può variare da caso a caso, i fenomeni più tipici che possiamo rilevare nel team sono:

  1. Confronto tra le persone sui compiti di ciascuno e sugli obiettivi del team stesso
  2. Ascesa di leader “informali” che possono affiancarsi o entrare in conflitto con il leader “ufficiale”
  3. Resistenze reciproche tra le persone

Chiaramente si tratta di una fase poco confortevole, che è però indispensabile per poter passare alle fasi successive dell’evoluzione del gruppo.

Far finta di niente non è una buona strategia: i motivi di contrasto vanno affrontati a viso aperto instaurando un clima di fiducia e di ascolto reciproco.

Più è costruttiva questa fase, più performante sarà poi il team nelle fasi successive!

Norming

Secondo Tuckman, quando in un team di lavoro, dopo una fase di scontro e confronto acceso tra i membri, ritorna il sereno, abbiamo una fase di Norming.

Durante questa fase, come dice il nome stesso, si instaurano norme condivise di funzionamento del team che passano attraverso:

  • Regole
  • Ruoli
  • Valori

Si arriva a questa condivisione che rende il team funzionante solo se il confronto delle fasi precedenti è stato ben realizzato e tutti sono concordi sulle regole da rispettare, sui ruoli di ciascuno (non solo formali, ma anche informali) e sui valori che danno senso al team e alla sua esistenza.

Quali sono gli indicatori più tipici del fatto che il team si trova in questa fase? Di solito:

  1. Le persone collaborano.
  2. Le persone si sentono responsabili degli obiettivi comuni
  3. Le persone sono coese
  4. Le persone si sentono sicure nell’esprimere la propria opinione

La cosa secondo me più interessante del passaggio dalla fase di Storming a quella di Norming è che mentre nella prima le persone ritengono di ottenere risultati NONOSTANTE gli altri, nella seconda cominciano a capire che li ottengono GRAZIE agli altri!

Performing

La quarta fase del modello di Tuckman sull’evoluzione del team si chiama Performing, e come dice il nome stesso è una fase di massima performance per il gruppo di lavoro.

Che cosa significa?

Intendo dire che è il momento nel quale si manifesta una vera e propria leadership condivisa nel team, ossia una piena corresponsabilità di tutti nella realizzazione degli obiettivi individuali e di gruppo.

La fase di performing, in estrema sintesi, è
caratterizzata per esempio da:

  1. Capacità condivisa di gestire i conflitti
  2. Alta confidenza nell’assumersi rischi, sia individuali che di gruppo
  3. Alto livello di innovazione e di problem solving
  4. Alto senso di appartenenza al team e senso di orgoglio per farne parte

Di solito i team performanti di cui abbiamo fatto parte ci rimangono alla memoria perché sono quelli che ci hanno lasciato emozioni positive.

Ma come spesso capita, anche le più belle esperienze possono finire, ed infatti esiste – volendo – una quinta “fase” che non è una vera fase, ossia l’Adjourning, intesa come sospensione dei lavori.
Questa può verificarsi, per esempio, quando un team esaurisce il proprio
compito e quindi i membri vengono destinati a compiti diversi.

A conclusione di questo viaggio attraverso le fasi del team che abbiamo fatto insieme, mi sento di fare un’ultima considerazione.

Poiché il cambiamento anche di un solo membro nel team riporta il gruppo all’anno zero del forming e dello storming, il continuo turnover non è mai positivo, perché danneggia e rallenta la performance dell’intero team per un tempo indefinito.


Sono un coach e un formatore, posso aiutarti nello sviluppo delle soft skill, nella vendita e nel marketing. I miei percorsi sono sia individuali che di team. Contattami per saperne di più: antonio@sanna.coach

Antonio Sanna

Coach | Formatore

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